MAROSTICA E LA PARTITA A SCACCHI 9, 10 E 11 SETTEMBRE 2016

 

Una partita a scacchi vivente. Un evento storico che affonda le sue radici nel Medioevo. Una piazza unica, signorile e scenografica. Una festa elegante, rinascimentale, uno di quegli eventi che manda in sollucchero i visitatori stranieri, che arrivano a frotte per ammirarla e chiedersi come sia possibile realizzare una cosa simile, in cui si fondono, raffinatezza, tradizione ed innovazione.

Si rimane rapiti da quello che si vede e soprattutto si ammira, che nessuno alla fine interessa chi vince la partita. Perchè è tutto il contesto che rapisce, la scacchiera sulla piazza centrale di Marostica, i pedoni, i figuranti in costume rinascimentale chiamati a rievocare una partita a scacchi che, nel XV° secolo, risolse una disputa che rischiava di degenerare in guerra.

Era il 1454, Marostica da cinquant’anni era diventata parte della Serenissima Repubblica di Venezia. Due cavalieri, Rinaldo d’Angarano e Vieri da Vallonara, si innamorarono entrambi della bella Lionora, figlia del governatore di Marostica, e per lei si sfidarono a duello. Il governatore, che non voleva inimicarsi nessuno dei due, decise che avrebbe dato in sposa la figlia a colui che avesse vinto una partita “al nobile giuoco degli scacchi” tenuta con pezzi viventi nella centrale piazza d’armi. Lo sconfitto sarebbe diventato lo stesso suo parente, sposando la sorella minore di Lionora, Oldrada.

In ricordo di questo evento, con scadenza biennale negli anni pari,  nella seconda settimana di settembre a Marostica si gioca, nella splendida piazza Castello, “La partita a scacchi viventi”. Non potendo però riprodurre le mosse originali dei due contendenti, andate perdute nei secoli, si è scelto di rifarsi a classicissime degli scacchi, ovvero due partite note come l’Immortale e la Sempreverde.

L’appuntamento, biennale, con la partita è fissato infatti per venerdì 9, sabato 10 e domenica 11 settembre 2016, torneranno così in azione la Regina bianca, i Cavalli (ovviamente veri anch’essi), le Torri in legno, gli alfieri. Un patrimonio di costumi, armature e scenografie rigorosamente ispirati all’epoca; di un testo teatrale che si ripete immutato da più di 60 anni.

Spettacoli ogni sera alle 21 e domenica anche alle 17. Sono  circa seicento i figuranti impegnati per i tre giorni della manifestazione: dame e cavalieri che assieme ai personaggi della scacchiera e a vessilliferi, ballerine, giocolieri, mangiafuoco, musici e commedianti danno vita a uno spettacolo straordinario che dura circa due ore.

I comandi alle milizie sulla scacchiera e per tutta la manifestazione vengono ancora oggi impartiti nella lingua della “Serenissima Repubblica di Venezia”.

Il vincitore della partita è salutato da un tripudio di festa e di colori, con l’illuminazione del Castello e fuochi d’artificio. La leggenda vuole infatti che Lionora, segretamente innamorata di uno dei pretendenti, avesse fatto sapere che il mastio si sarebbe acceso se a vincere fosse stato il suo innamorato.

A disposizione 3.800 posti a sedere sulle poltroncine disposte attorno alla scacchiera, per ogni spettacolo, con fasce di prezzo diversificate per settore e replica, che vanno dai 15 euro agli 80 euro (tutte le info su www.marosticascacchi.it).

“La Partita a scacchi” è soprattutto una grande festa della città e del suo territorio, con un ricco calendario di eventi. Il Castello Inferiore ospita la mostra fotografica dell’Archivio Andreetta, storico fotografo di Marostica che ha documentato i momenti più significativi della città, e una esposizione di preziose scacchiere, in molti casi pezzi unici, di collezioni private e pubbliche (3 – 30 settembre) apre le porte alla mostra.

Al Torresino della biblioteca la mostra “L’Arme degli Scacchi”, in onore dell’artista marosticense Luigi Carron di cui ricorre quest’anno il decennale della scomparsa. Disegni, litografie, dipinti, medaglie e ceramiche) dedicate ai personaggi degli scacchi. Accanto una mostra delle cartoline e degli annulli postali della Partita a scacchi dal 1923 ad oggi a cura del Circolo Filatelico Numismatico Marosticense (2-25 settembre).

Sabato 3 settembre i vessilliferi della Partita offriranno in Piazza degli Scacchi una esibizione al pubblico (ore 20) mentre all’Oratorio dei Carmini si terrà un concerto di canti di viaggio e pellegrinaggio interpretati da Raffaello Simeoni e Giordano Ceccotti (ore 21.30). Domenica 4 settembre, un’anteprima della Partita, con rievocazioni di arcieri, spadaccini e ballerine, laboratori artigianali e animazioni teatrali (10.00-12.30 e 14.00-18.30), seguite dallo spettacolo itinerante di Maurizio Panici e il suo gruppo di residenza teatrale in onore di William Shakespeare (ore 19.30, partenza dalla Gradinata dei Carmini). Nei giorni dello spettacolo, il Cammino di ronda della mura sarà aperto per turisti e visitatori che vorranno godere delle vista mozzafiato della città (orario 10.00-12.00 e 14.00-17.00, prenotazioni in Pro Marostica), mentre questo straordinario mese di settembre si chiuderà con l’atteso concerto di Andrea Bocelli.

Questa edizione avrà anche l’omaggio di Yoko Ono, vedova dell’ex Beatles, John Lennon. L’artista giapponese in passato aveva già creato una scacchiera con scacchi solo bianchi, oggetto di una nota partita giocata tra lei e Luigi Bonotto. Famosa l’apertura di Marostica agli artisti di Fluxus. Per questo Yoko Ono ha voluto omaggiare di una sua opera la cittadina, considerata la patria degli scacchi. Un’opera evento, su cui c’è mistero, che si rappresenterà in piazza Castello a beneficio del pubblico della Partita prima di ogni rappresentazione. Yoko Ono non ci sarà, ma su Marostica aleggerà il suo carisma e la sua arte, spesso e volentieri provocatoria, con un titolo, “Dream” (sogno).

L’evento fa parte della serie “Advertising Art” sviluppata dall’artista, in collaborazione con la “Fondazione Bonotto”, in occasione del conferimento a Yoko Ono del Leone d’Oro alla Carriera della Biennale di Venezia, quando migliaia di cartelloni e manifesti con la parola Dream sono stati installati in molte aree delle principali città italiane e del mondo.

“La partita a scacchi di Marostica” è anche il modo di andare alla scoperta di un territorio splendido che regala tanti e diversi spunti di visita per tutti i gusti ed appagare in maniera deliziosa anche il palato. La stessa Marostica è di per sé un gioiellino rinascimentale che varrebbe una visita solo per questo, in particolare in primavera quando c’è la fioritura dei ciliegi e poi assaggiare il delizioso frutto.

Portici da tre lati, vi si accede attraversando il trecentesco Castello inferiore. Alle sue spalle, sulla collina, domina il centro storico e l’abitato il Castello superiore, con le due fila di mura, le cosiddette briglie, che abbracciano la città.

A pochi chilometri troviamo la splendida Bassano del Grappa, con il suo ponte vecchio originario del XII° secolo, e più volte ricostruito, sempre in legno. Il suo centro storico interamente pedonabile, i tanti negozi artigianali, le botteghe di grappa. Oltre alle classiche grappe, è da provare anche la tagliatella, un liquore tipico di Bassano, ovviamente a base di grappa.

Una bellissima passeggiata che prende il nome di via del tabacco e che percorre la Val Brenta nota al tempo per le masiere dove veniva coltivato il tabacco. Bellissime le vedute su Bassano e sul ponte degli alpini. La si può percorrere anche per solo qualche minuto e poi ritornare indietro.

Da Bassano inizia la montagna vicentina, teatro di molti episodi cruciali della prima guerra mondiale: dopo la sconfitta di Caporetto, il monte Grappa divenne una delle roccaforti italiane da cui partì la controffensiva. E proprio sulla cima del Grappa si trova l’Ossario che custodisce 12.615 caduti della Grande guerra, in gran parte ignoti.

Da Bassano con mezz’ora di macchina si può raggiungere un’altra perla del Veneto, Asolo che con le vicine Possagno e Maser con villa Barbaro, offre un ulteriore polo d’attrazione della zona. Asolo è un viaggio fuori dal tempo, con le sue viuzze, i suoi portici, i palazzi medievali, le piazzette che si appaiono improvvisamente, scorci paesaggistici unici ed inimitabili, una vista impagabile sulle Alpi e sulla pianura. Un paese che nei secoli ha incantato poeti, scrittori, attori, industriali e potenti vari.

Possagno è famoso per aver dato i natali ad Antonio Canova. Al centro del paese troviamo la casa natale con la famosa Gipsoteca, dove sono custoditi modelli in gesso e numerosi studi originali, del maggiore interprete italiano del neoclassicismo.

Davanti alla Gipsoteca inizia il lungo viale in salita che conduce al Tempio, progettato sempre dal Canova e ispirato alle forme del Pantheon di Roma. La magnifica cupola a cassettoni e la tomba del Canova stesso. Senza dimenticare la tappa in una pasticceria li vicino, per assaggiare le famose meringhe.

Maser, è un piccolo centro che custodisce uno dei capolavori di Andrea Palladio: villa Barbaro. Voluta da un patriarca di Aquileia, fu costruita nel 1560 circa e al suo interno si possono ammirare gli splendidi affreschi di Paolo Veronese. E per chi vuole spingersi un po’ più avanti c’è Valdobbiadene con le sue colline, i suoi paesaggi e soprattutto le sue cantine. Un posto che in questo periodo di vendemmia, merita ulteriormente una visita.

A Nord di Marostica, Asiago con il suo altipiano,  circa quaranta minuti di auto. Una zona famosa nel mondo per l’omonimo formaggio d’alpeggio. La sua posizione isolata e strategica lo ha reso teatro di sanguinosi scontri durante la Prima guerra mondiale, ricordati dall’Ossario cittadino e dalle innumerevoli trincee e fortilizi vari che si trovano ancora sparsi per il territorio dell’altopiano. Oggi è una apprezzata località di montagna molto amata da chi pratica trekking a piedi e in mountain bike. Tra le delle caratteristiche di queste zone, la presenza di diversi siti preistorici, tra cui Bostel. La forte presenza della cultura e della lingua cimbra, di derivazione germanica, che caratterizza ancora i borghi che formano la comunità dell’altipiano di Asiago.

Una visita la merita certamente anche il capoluogo Vicenza. Una città a misura d’uomo, con canali e fiumi che l’attraversano,  medievale ma con lo stile veneziano che caratterizza molti dei suoi edifici più belli. Piazza dei Signori con la Basilica quattrocentesca e seguite corso Palladio con i suoi palazzi fino a piazza Matteotti, dove si affaccia un altro capolavoro palladiano, il Teatro Olimpico, patrimonio Unesco, noto anche per i trucchi prospettici che fanno sembrare il palcoscenico molto più profondo di quanto sia realmente.

Nota particolare di Marostica e dintorni è la cucina locale, dove s’incontrano al meglio i sapori della tradizione veneta, con il Prosecco a farla da padrone, con il suo parente stretto Cartizze, senza dimenticare gli altri splendidi vini della zona. E il Recioto a fine pasto.

Piatti tradizionali nati dalla cucina povera e oggi riconsiderati, come il baccalà alla vicentina, i capponi alla canevera, il capretto sullo spiedo, per passare alle sarde in saor, al castrato con risi e bisi, ai tanti risotti fra i quali quello con i piselli di Lumignano oppure quello con i bruscandoli. Altri piatti tipici il bollito e la sua meravigliosa compagna: la salsa pearà, la sopressa di Valli del Pasubio e di Recoaro debitamente accompagnata da una calda fetta di polenta brustolà, le trote della Valdastico, i toresani di Breganze con la polenta onta, i bigoli con l’arna di Thiene, le tacchine (paete) con il melograno (malgaragno) di Montebello, il radicchio rosso. Quando è periodo tra aprile ed inizi di giugno. gli aspargi della zona, con ciliege e fragole. Senza dimenticare un assaggio di Tiramisù, che la tradizione vuole che sia nato pochi chilometri più avanti a Treviso.

Il tutto con qualità alta a prezzi ragionevoli un po’ ovunque.

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