Musica folk al Museo del Cappello di Ghiffa

In collaborazione con la rassegna “Ghiffa in Musica” si chiuderà con l’inizio di agosto, la rassegna estiva del Museo del Cappello della cittadina sul Lago Maggiore con un concerto folk.

Martedì 1 agosto alle ventuno, si terranno “I canti di lavoro”, un viaggio musicale nella tradizione italiana e straniera di musiche che accompagnavano gli artigiani e gli operai durante la giornata, con il duo di chitarre e voci di Ettore Puglisi e Giorgio Fassi.

Il verbanese Ettore Puglisi, dopo la formazione classica con il flauto, si è appassionato al folk-pop e ha imparato, da autodidatta, a suonare la chitarra d’accompagnamento.

Da anni propone una serie di canzoni, pubblicate in tre cd, oltre a vari spettacoli di teatro e musica su temi sociali di vario genere.

Ha collaborato con vari gruppi pop e classici, in particolare con la Brigata Puglisi e i Silver 925, un quartetto classico di flauti.

Giorgio Fassi, blues man, chitarrista eclettico di particolare sensibilità, che riesce con facilità ad esprimersi anche nelle atmosfere folk e nel pop. Sulla scena musicale da un ventennio, frontman della Stormy Blues Band, ha collaborato con prestigiosi artisti della scena blues italiana, come Giancarlo Schinina (Level Blues Band), Joe Valeriano, Paolo Bonfanti, Arthur Miles, Ronnie Jones, Vic Vergeat. Dalla sua anche partecipazioni a programmi Rai.

L’iniziativa sarà a ingresso libero.

Inoltre il percorso museale, arricchito da una sezione di cappelli da lavoro, è visitabile per tutto il mese di agosto martedì, giovedì, sabato e domenica dalle 15.30 alle 18.30, mentre a settembre e ottobre lo sarà sabato e domenica sempre dalle 15.30 alle 18.30.

Il Museo dell’Arte del Cappello di Ghiffa, si trova proprio lungo la strada statale 34 del Lago Maggiore, che in questo tratto prende il nome di Corso Belvedere.

Si tratta di un edificio in pietra squadrato dalla forma rettangolare, affacciato sul lago, sulla via che porta verso il confine con la Svizzera.

E’ collocato in una serie di ambienti, dell’antico nucleo di fabbricati che formavano il notissimo “Cappellificio Panizza”, produttore per un secolo, dal 1881 al 1981, di pregiati cappelli di feltro fine da uomo, per il mercato italiano ed estero

Negli anni Cinquanta del secolo scorso, vi lavoravano ben 330 persone, per una produzione di 240.000 cappelli annui, vale a dire poco meno di 1.000 giornalieri.

Il percorso museale fu allestito nel 1994 da un gruppo di ex-cappellai della Panizza, coordinati da Franco Mondolfo, oltre che da una generosa donazione di macchinari e materiali della fabbrica da parte dell’ultimo proprietario, Antonio Gamba, e dei suoi eredi.

L’esposizione racconta, tra macchinari originali dell’azienda e foto d’epoca, il processo produttivo che porta dal pelo di coniglio al feltro e da questo al cappello, che ancora oggi appare misterioso e affascinante ed è in grado di sorprendere il visitatore.

Negli ambienti del museo si apprende come dal pelo di cinque conigli fosse ricavato un cappello, si esplorano i segreti dei cappellai e della loro arte, da quando il mestiere era completamente manuale, fino alla sua meccanizzazione, oltre alle varie fasi di lavorazione, dalla feltrazione all’imbastitura di un grande cono di feltro, alle successive riduzioni di dimensione, alla modellatura, stiratura e guarnizione.
La visita permette di vedere diverse fogge di cappelli in uso nel corso dei secoli ed esposte in una grande vetrina centrale, oltre ad un ricco archivio storico costituito da foto d’epoca e documenti, cui si è aggiunto l’eccezionale ritrovamento del primo filmato pubblicitario a colori della Panizza degli anni Cinquanta.

Il Museo propone una serie di filmati originali sulla feltrazione e la lavorazione del cappello e dispone di un book shop specialistico con pubblicazioni sul tema, Cd e DVD.

A maggio 2007 è stata inaugurata una sezione dedicata ai cappelli etnici, con copricapi provenienti da tutto il mondo e donati al Museo dalla famiglia di Vittorio Fesce, che li collezionò.

Dal dicembre 2011, grazie alla famiglia di Eloisa Signorelli, appassionata collezionista, il Museo si è arricchito di una splendida raccolta di bambole, che spaziano da quelle etniche fino a quelle contemporanee Barbie e Gene Marshall, creata tra gli anni 1990 e 2000.

Le collezioni sono negli ultimi anni al centro di mostre, esposizioni temporanee e approfondimenti tematici durante i consueti appuntamenti estivi con gli aperitivi in museo.

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