Paesaggi terrazzati, scelte per il futuro in Val d’Ossola

Le colline che accompagnano i più fascinosi panorami che fanno da sfondo ai laghi insubri offrono, oltre alla bellezza, anche la possibilità di utilizzare al meglio il territorio.

Su queste terre, praticamente rubate alla natura, sono state sviluppate nei millenni coltivazioni e piccoli borghi hanno trovato un posto speciale per svilupparsi.

Sono tante le perle paesaggistiche terrazzate che l’Insubria regala, alcune veramente famose, uniche e particolari, come la “Zoca de l’oli” sul lago di Como. Non da meno sono anche i tanti giardini botanici delle ville che si affacciano sugli specchi d’acqua sparsi tra Lombardia e Canton Ticino.

Tutta questa natura già splendida di per se stessa, che le montagne e le colline Insubri ci regalano, “addomesticata” dal preciso lavoro dell’uomo, sarà al centro di un’importante incontro mondiale per discuterne e concretizzarne le possibilità nel domani.

A Padova e Venezia, dal 6 al 15 ottobre si tiene il terzo incontro mondiale su quest’argomento e sugli sviluppi che può portare, denominato “Paesaggi terrazzati scelte per il futuro”.

Per quanto riguarda l’Insubria, la Val d’Ossola si è proposta come centro per alcuni meeting, così Vogogna, Vanzone, Verigo e Montecrestese saranno sedi per alcune sessioni tematiche dell’incontro. Diventando per alcuni giorni il centro strategico per il paesaggio e l’assetto geoambientale di tutto quell’ampio territorio compreso tra Ossola, Cusio e di tutto il Verbano.

L’evento è stato presentato nei giorni scorsi, presso la sede dell’associazione Musei dell’Ossola “Prendersi cura dei paesaggi terrazzati” dice il presidente dell’associazione Paolo Lampugnani “significa riconoscere il fatto che la loro conservazione aumenta il valore storico e culturale di un territorio, ma non solo sono importanti anche dal punto di vista ambientale, perchè la loro manutenzione e cura riduce il rischio idrogeologico e non da ultimo migliora la qualità della vita, attraverso produzioni agroalimentari di qualità. C’è bisogno di sperimentare e condividere nuove visioni, strategie e funzioni innovative per i terrazzamenti e per i loro abitanti. Negli ultimi decenni i terrazzamenti sono stati poco apprezzati e valorizzati. Dalla fine del secolo scorso si registra tuttavia un interesse crescente nei confronti di questi paesaggi”.

Diffusi in tutto il mondo, i paesaggi terrazzati sono il simbolo concreto e tangibile di come la vita si sviluppi persino presso i declivi più scoscesi delle aree montane e costiere di ogni angolo della terra, ma negli ultimi decenni i terrazzamenti hanno avuto scarsa valorizzazione, anche se l’ultimo periodo ha visto un nuovo interesse per una comprensione più profonda di questi paesaggi.

Alcuni paesaggi terrazzati hanno avuto prestigiosi riconoscimenti internazionali, come i terrazzamenti di Ifugao nelle Filippine, i terrazzi Yuanyang nello Yunnan, Cina, l’isola di Bali in Indonesia, le Cinque Terre e la Costiera Amalfitana in Italia, adesso inseriti nella Lista dei Patrimoni dell’Umanità UNESCO, ma spesso molti paesaggi terrazzati rimangono abbandonati o si trovano a fronteggiare rischi di crollo, banalizzazione, urbanizzazione, la perdita del loro significato storico e spirituale.

Questo terzo incontro mondiale sui “Paesaggi Terrazzati” ha lo scopo di dare un notevole impulso all’impegno internazionale per proteggere e valorizzare questi paesaggi nella loro polifunzionalità, dando ai partecipanti, provenienti da vari stati e continenti, un vasto approfondimento del ricco e variegato patrimonio di paesaggi terrazzati, visibile in particolare in Italia e nei vicini paesi del Mediterraneo e dell’Europa Centrale.

Aiutare i paesaggi terrazzati fa comprendere il fatto che possono dare una mano in modo concreto a varie richieste contemporanee e diverse, come la conservazione del valore storico e culturale, al loro uso come funzione ambientale e idrogeologica, il miglioramento della qualità della vita attraverso produzioni agroalimentari di qualità, il senso di appartenenza a un territorio, lo sviluppo sostenibile, per condividere nuove visioni, strategie e funzioni innovative per i terrazzamenti e per i loro abitanti. Fino all’impatto architettonico sull’ambiente e alla sua modificazione, per renderlo migliore e più godibile all’occhio umano.

E soprattutto attraverso la loro conservazione, valorizzazione si più portare a una rinascita di alcuni territori, e in altri essere un volano per un ulteriore sviluppo creando anche un percorso turistico ad hoc che può creare un indotto non indifferente.

Nel territorio della Val d’Ossola, porzione piemontese delle Alpi Lepontine al confine con la Svizzera, c’è un magnifico paesaggio modellato nei secoli dall’uomo composto da migliaia di chilometri di terrazzamenti.

Grazie alla scarsità di calce e la regolamentazione statutaria sull’uso del legname ci fu, fino alla fine del XIX secolo, l’uso della pietra per infrastrutture rurali, edifici per il ricovero di animali, case di abitazione, tutte realizzate in pietra a secco, con costruzioni al limite delle possibilità statiche delle murature a secco, come muri di contenimento alti oltre 6 metri, torri alte fino a 14 metri. Costruzioni tipiche in pietra ossolana, con le cave stesse che fanno parte dei “paesaggi terrazzati”, dove l’opera dell’uomo è andata fino all’interno per rendere migliore la propria vita. Paesaggi particolari creati dai Walser, con la loro opera, con case in legno e cura degli alpeggi.

Ci sono anche costruzioni millenarie che includono ambienti scavati nella roccia, complessi sistemi di drenaggio, elementi litici in cui fin dall’età tardoromana viene coltivata la vite, dando vita a un’unicità del paesaggio ossolano adesso sotto il segno di un vivace fermento con vari progetti locali e di scambio con altre realtà europee e internazionali, che hanno dato la possibilità di avere competenze e buone pratiche di cui si stanno monitorando le ricadute positive a livello locale.

Per le sessioni tematiche è stato ideato un tavolo di lavoro di cui fanno parte il Parco della Val Grande, la scuola edile di Verbania, l’associazione Canova, il Comune di Vanzone.

La candidatura a partecipare all’evento prima era stata avanzata separatamente dall’associazione Canova e dal Comune di Vanzone, ma poi l’organizzazione ha chiesto e ottenuto una candidatura unica.

I laboratori sulla costruzione del muro a secco con la guida di Paolo Mafrici sono previsti a Ghesh l’8 ottobre, mentre conferenze tematiche con docenti provenienti da tutto il mondo si terranno al castello di Vogogna il 10 ottobre, a Vanzone l’11 ottobre si spiegheranno tipologie ossolane delle costruzioni a secco, a Verigo il 15 verranno effettuate visite dedicate alle culture della segale e del frumento, mentre i partecipanti liberi professionisti, come architetti, agronomi, geometri e ingegneri, riceveranno dei crediti per la loro partecipazione.

Pubblicato su: www.labissa.com 

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