A Volandia atterra anche il Museo Flaminio Bertoni

Un altro arrivo di prestigio per il “Museo di Volandia” di Vizzola Ticino, voluto e creato dal bustocco Marco Reguzzoni ex presidente della Provincia di Varese ed ex parlamentare.

Un’intera ala del museo, situato nelle ex officine Caproni, dal 1 Ottobre è dedicata al genio varesino di Flaminio Bertoni, un talento visionario ma assolutamente pratico, assegnato al disegno e alla realizzazione delle carrozzerie, universalmente considerato come uno dei maggiori stilisti d’automobili di tutti i tempi oltre che un raffinato progettista tecnico. Creatore e inventore della 2 Cavalli e della Ds e di tanti successi della Citroen, Bertoni, non è stato solo uno straordinario designer di vetture, ma è stato anche talentuoso inventore, scultore e anche pittore.

Volandia ha riproposto, in versione ampliata e ammodernata, il percorso espositivo già creato nel 2007 in via Valverde a Varese.

Lo spazio dedicato all’ingegno di Bertoni è stato allestito da Luca Magnaghi, Angelino Culcasi, Ilic Cesca, Daniele Dalla Costa e Luca Cifaldi. Rispetto alla prima raccolta bosina, fa un deciso salto di qualità, per raccontare l’opera del designer varesino. Ci sono i modelli delle Citroen da lui pensate e realizzate, ma anche bozzetti, disegni tecnici, fotografie e tanto altro ancora.

Volandia, con questo nuovo arrivo, continua così la sua crescita, diventando un vero e proprio punto di riferimento per il territorio, ma anche tappa per i turisti che arrivano in transito a Malpensa. Un museo dedicato interamente ai trasporti ma non solo, che ospita una raccolta di aerei, ma anche la collezione del professor Ogliari, fino a pochi anni posizionata all’aperto a Ranco, per arrivare all’ultimo ingresso del genio e dell’arte di Flaminio Bertoni. In attesa di ulteriori sorprese.

Flaminio Bertoni nacque vicino a Varese, e precisamente a Masnago, nell’ormai lontano 10 gennaio 1903. Rimasto orfano di padre, appena conseguita la licenza tecnica nel 1918, presso l’istituto Daverio, entrò come apprendista nella “Carrozzeria Macchi”, che diventerà poi l’Aermacchi. Ammiratore di Leonardo da Vinci e di Buonarroti, iniziò presto a cimentarsi con il disegno artistico e la scultura, sotto l’importante guida di figure artistiche bosine del tempo, come il pittore monzese ma varesino di adozione Giuseppe Talamoni, di Lodovico Pogliaghi ed Enrico Butti. E proprio con l’artista di Viggiù contribuì alla realizzazione del monumento ai caduti di Varese, posizionato attualmente in Piazza della Repubblica.

Alla Macchi in brevissimo tempo passò da apprendista falegname a “capo disegnatore”, considerata la sua grande passione per le automobili e la sua voglia di inserire un nuovo stile sulle quattro ruote.

Nel 1922, alcuni tecnici francesi della Citroen di passaggio alla Macchi, vista la sua creatività come disegnatore, lo spinsero a fare esperienza in Francia. Cosa che fece, rimanendo per tre anni oltralpe e una volta tornato, aprì uno studio di artista-progettista in via Indipendenza 3 a Varese, poi nell’attuale via Francesco Crispi, offrendo la sua opera a varie carrozzerie della zona, come la Varesina e la Baroffio di Malnate. Nello stesso periodo, iniziò a partecipare a esposizioni artistiche in tutta Italia. Il 2 ottobre 1931 si trasferì definitivamente in Francia a Clichy, nei pressi di Parigi, lavorando per la SICAL e non ancora trentenne, l’8 luglio 1932 venne assunto dalla Citroen, come capo progetto. Dopo aver proposto al fondatore dell’azienda transalpina André Citroen, un brevetto per il sollevamento pneumatico dei finestrini.

Pochi mesi dopo, in una sola notte, scolpì nella plastilina il prototipo della rivoluzionaria Citroen Traction Avant, primo caso di vettura progettata praticamente prima che nel disegno. Un modello che venne prodotto dal 1934 al 1957. Da quel momento in poi fu un continuo ripetersi di successi. Arrivò la 2 Cavalli, inizialmente concepita con un faro solo, e poi la Ds, presentata nel 1955 al Salone dell’Automobile di Parigi. Una vettura che cambiò il concetto stesso di automobile portando la scultura a fondersi con il design delle carrozzerie d’auto, ottenendo immediatamente un grande successo di pubblico con ben 80.000 ordini nelle prime due settimane.

Negli USA a Chicago, l’Istituto del Design inserì la Citroen DS, di Bertone, nell’elenco delle cento cose più belle del mondo: unico oggetto francese o meglio varesino-francese.

Nel 1957, quando la Citroen Ds19 venne esposta alla Triennale di Milano, scrisse al presidente dell’Esposizione permanente reclamandone la paternità e sottolineando che l’auto esposta era da considerarsi un esempio di “scultura industriale”. Fu Flaminio Bertoni ad aver disegnato alcuni dei modelli passati alla storia della Citroën: dalla Traction Avant 11Bl, alla Ds in quasi tutte le sue varianti, la 2 Cavalli e la Ami 6 Berlina. Quest’ultima la macchina più venduta in Francia durante gli anni Sessanta e riconosciuta dallo stesso artista come il suo disegno piú sentito.

Dagli inizi degli anni 30, ancora a Varese, concepì il primo autobus “a visibilità totale” commissionatogli da Baroffio. Nel 1937 ideò un particolare veicolo a tre ruote denominato Mathis (prodotto nel 1954 dalla Citroen), mentre nel 1939 nacque l’idea del primo furgone a pianale unico al mondo, che diventerà poi il Citroen TUB, precursore dei tutti veicoli moderni del genere che utilizzava il pianale e la meccanica della Traction Avant.

Alla fine del 1940, fu vittima di un pauroso incidente in moto, andando a schiantarsi contro un mezzo blindato tedesco: rimarrà bloccato in un letto di ospedale per parecchi mesi, diventando invalido al 65% e camminando da allora solo con un bastone.

Iniziò così un intenso periodo di studio che lo porta a realizzare oltre duemila opere tra ritratti, dipinti, acquarelli, disegni industriali per brevetti. Nello stesso periodo studiò per conseguire la laurea in Architettura, che gli riuscirà nel 1944.

Suo è il brevetto della “casa monolitica” e della “casa d’artista”, che ruota su se stessa per inseguire la luce del sole, dedicandosi anche alla scultura, vincendo numerosi primi premi in tutto il mondo.

Nel 1962 Flaminio Bertoni inaugura il suo nuovo atelier di Antony, alle porte di Parigi, vincendo nuovamente il primo premio al Salone dell’Arte Libera della capitale francese. Si spegne improvvisamente il 7 febbraio del 1964 a causa di un ictus.

La sua notorietà però è sempre rimasta offuscata, dal fatto che fosse un italiano emigrato in Francia e che il marchio Citroen, dovesse primeggiare su tutto, anche sul nome e la firma di chi ne ideava i progetti in una forma così innovativa e artistica, dandone un tocco di riconoscibilità al primo sguardo.

Come ricorda Pierguido Baj, presidente dell’associazione che porta il nome dello stilista automobilistico varesino. Flaminio Bertoni è stato artista, pittore e sculture di fama internazionale, attratto in particolare dalla figura umana. I nudi di donna o le scene di lotta tra uomini sono i suoi due soggetti prediletti. A fianco del suo lavoro alla Citroen, portava avanti il suo atèlier d’arte di rue du Theatre 48, dove creava le sculture e da presentare alle esposizioni parigine. Trovando spazio nelle mostre accanto a De Chirico e De Pisis, già nella seconda metà degli anni 30′.

E poi c’è il Bertoni innovatore. Pensò lo sviluppo della carrozzeria aerodinamica, approfondendo il concetto di cx, delle sospensioni pneumatiche, del tergicristallo avvolgente, di un avveniristico studio per il parcheggio automatico della vettura, fino al cambio automatico e all’aria condizionata da inserire nella vettura.

E forse in pochi lo sanno ma brevettò tantissime cose. Dall’asse del water, ebbene sì, il brevetto per la cerniera multipla regolabile in posizione, usata ancora oggi per i fissaggi dei WC, è opera sua. Così come quella di un siluro magnetico per l’aeronautica militare che poi venne scartato soltanto perché non era accompagnato da test pratici. Era un personaggio talmente eclettico che ha lasciato in eredità migliaia di fogli pieni di appunti, idee, intuizioni. Non a caso chiamò il primo figlio Leonardo, in onore del genio toscano.

A Flaminio Bertoni, nel gennaio 2003 è stata intitolata una scalinata a Masnago, oggi quartiere di Varese, che da via Caracciolo porta in via Cola di Rienzo.

Pubblicato su: www.labissa.com 

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