Heinrich Mann sul Lago di Garda

Dopo la firma del trattato di pace del 1866, che vide il Veneto assegnato all’Italia, la parte trentina del Lago di Garda divenne una rinomata località estiva dell’impero asburgico, che univa alla famosissima efficienza locale, il confort mitteleuropeo in un clima mediterraneo, superando le diffidenze degli ospiti poco interessati al vitto, agli usi e costumi degli italiani.

Tra gli stranieri che affollavano le rive del lago in quelle lunghe e calde estati, troviamo alcuni dei nomi più celebrati della cultura europea del primo Novecento.

Lo scrittore che maggiormente portò le atmosfere dei suoi soggiorni sul Lago di Garda, presso il Sanatorium von Hartungen di Riva del Garda, dove venivano praticate cure basate sulle più avanzate metodiche igienistiche, secondo il principio che non andava curata tanto la malattia, quanto impedita la sua insorgenza, fu il tedesco Heinrich Mann, fratello del premio Nobel Thomas.

Heinrich Mann nacque il 27 marzo 1871 a Lubecca, primogenito di uno stimato commerciante locale.

Frequentò il Katharineum, il liceo più prestigioso della città, dove dimostrò di essere molto intelligente ma poco propenso alla rigida disciplina dell’istituto.

Nel 1896 lo raggiunse a Palestrina, nella campagna romana, dove viveva da alcuni anni, il fratello Thomas, che ebbe con lui un fervido sodalizio artistico.

Ma le strade dei due fratelli nel 1898 si divisero, Thomas tornò a Monaco, mentre Heinrich continuò la sua vita vagabonda, con lunghissime pause in Italia.

Il suo primo viaggio a Riva, nella casa di cura del dottor Hartungen, avvenne nel 1893 per trovare un rimedio all’improvviso sbocco di sangue che lo aveva colpito, e fino alla morte, come raccontò il fratello Viktor, restò sicuro di aver avuto salva la vita grazie ai consigli e alle cure ricevute.

Negli anni in cui Heinrich Mann passò le sue estati al Sanatorium von Hartungen, circa due anni e mezzo, lo scrittore assaporò fino in fondo l’atmosfera della cittadina benacense, alloggiando spesso in pensioni, mentre si recava al Sanatorium solo per le cure, allo scopo di avere un contatto diretto con la cultura e con l’arte italiana, oltre ad interessarsi agli usi e costumi locali e alla situazione politica e sociale della zona.

Inoltre Heinrich e il dottor Hartungen divennero grandi amici e, nel corso di tutto il periodo italiano, lo scrittore si mantenne sempre in contatto con la famiglia degli Hartungen.

Durante il soggiorno a Riva, nel 1902, Mann scrisse vari racconti e novelle ambientati sulle rive del lago, tra cui i più famosi sono Heldin e Jungfrauen oltre che Das Wundebare, ricchi di cenni al Benaco e in particolare a Riva del Garda, sia per il punto di vista dell’ambiente che dei protagonisti.

La tematica di Das Wundebare, pubblicato in Italia nell’antologia Il meraviglioso e altri racconti, edita da Mondadori nel 1981, è il tema del meraviglioso, visto come una circostanza magica e irripetibile, che solo una volta interrompe la monotonia della vita coinvolgendo sensi, spirito ed emozioni in modo tale che si deve lasciare alle spalle l’incredulità propria del fenomeno onirico.

L’ambiente che emerge dalla novella ha dei contorni tipicamente alpini, molto simili a quelli della natura della parte trentina del Lago di Garda.

Sul Garda sono ambientate anche le novelle Jungfrauen e Heldin della raccolta Stürmische Morgen (1906).

Jungfrauen è la storia dei primi turbamenti d’amore di due giovani sorelle, Claire e Ada, che fanno parte della buona società tedesca, alle prese con il loro primo viaggio in un mondo sconosciuto, quello del borgo di Torbole, sulle rive del Lago di Garda.

In Heldin, più che la natura o la topografia del luogo, adesso Riva del Garda, sono la gente, i problemi e le condizioni sociali del popolo a diventare un momento di riflessione ed elemento fondamentale per lo sviluppo tematico del racconto.

Nel 1912 Heinrich conobbe la sua prima moglie, l’attrice praghese Maria Kanova, e cominciò a lavorare a Der Untertan, un romanzo che, bloccato dal suo editore nel 1914, fu pubblicato solo nel 1918 e segnò il successo dello scrittore tedesco.

Gli anni del primo dopoguerra furono per Heinrich Mann un periodo artisticamente molto denso, con numerosi scritti sul delicato tema della storia e della politica.

Inoltre intraprese un viaggio in Francia, alla ricerca della storia del re Enrico IV, che divenne il protagonista di uno dei suoi capolavori, il romanzo storico in due parti Henri Quatre.

L’esilio negli Stati Uniti negli anni Trenta, dove ritrovò il fratello Thomas e i nomi più importanti della cultura tedesca, fu per Heinrich un’esperienza durissima, dato che era solo un autore sconosciuto, poco apprezzato e spesso non capito.

Nel 1944 la seconda moglie Nelly Kröger, a causa di una forte depressione, si tolse la vita.

Con la fine della seconda guerra mondale, nel 1949 Heinrich venne eletto come il nuovo presidente della Nuova Accademia delle Arti di Berlino Est.

Dopo lunghe discussioni con il fratello Thomas, che lo convinse a tornare in Germania, Heinrich morì improvvisamente a Santa Monica l’11 marzo 1950, mentre era in attesa del visto per tornare in patria.

Le sue spoglie dal 1961 riposano nel Dorotheenstädtischer Friedhof nella Chausseestraße di Berlino.

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