Varese, l’Egitto di Tutankhamon al Museo Castiglioni

Molto tempo fa, avevo circa sei anni, mi fu regalato un libro, un pesante ma bellissimo libro pieno di fotografie: parlava del Museo egizio di Torino.

L’archeologia entrò così nella mia vita, Piramidi, Sfinge, Faraoni. Col tempo ho poi scoperto che l’archeologia è molto altro e che l’Egitto ne rappresenta solo un capitolo, anche se molto importante.

Non posso dimenticare che la sola delle famose Sette meraviglie del mondo antico, arrivata a noi, sono le Piramidi e che questa civiltà è nata e si è sviluppata molto prima che Roma diventasse “ l’urbs” o “caput mundi”.

Tutto questo per sottolineare l’interesse per questa nuova mostra allestita presso il Museo Castiglioni, che, con la ricostruzione della tomba di Tutankhamon, permette di entrare in quel mondo anche a coloro che non possono recarsi in Egitto.

Dopo “Pashed, l’artista del faraone” il Museo Castiglioni di Villa Toeplitz di Varese propone una nuova esposizione dal 29 ottobre, con lo scopo di far conoscere l’Egitto del Nuovo Regno attraverso il racconto della scoperta della tomba di Tutankhamon, la fedele ricostruzione della sua camera funeraria in scala reale e mostrando la vita del popolo egizio di quell’epoca.

La mostra, patrocinata dalla Fondazione Comunitaria del Varesotto e dal distretto 108 lb1 della Fondazione Lions, sarà visitabile fino al 12 febbraio 2017, con una possibile proroga fino ad aprile nel caso di grande affluenza di pubblico.

Nelle sale interne del Museo destinate alla mostra, sarà illustrata la civiltà dell’antico Egitto, tra manufatti, arte plastica, strumenti di uso quotidiano e oggetti di popolazioni africane che hanno conservato, fino a pochi decenni fa, abitudini di vita, usanze e utensili rimasti inalterati nel corso dei millenni.

Per l’occasione è stato preparato anche un filmato, dalla grande valenza didattica, con il materiale storico girato dai fratelli Castiglioni negli anni ’60, ’70 e ’80 che raffronta le pitture parietali egizie con lo stile di vita delle popolazioni africane, oltre alla riproduzione della camera funeraria di Tutankhamon e di alcuni oggetti ritrovati nella tomba, il racconto del complesso rito funebre dell’Egitto faraonico, lo studio di Howard Carter, l’archeologo scopritore della tomba del “Faraone bambino” e le fotografie d’epoca della storica scoperta.

La realizzazione della tomba a grandezza naturale e delle sue splendide pitture è stata possibile dopo un attento esame del materiale fotografico relativo alla struttura e alle decorazioni fornite dai fotografi Giacomo Lovera e Sandro Vannini. Sono stati necessari 3 anni di studi e progetti e uno per la costruzione.

Gianni Moro, che ha già lavorato alla mostra su Pashed, ha realizzato una struttura portante in materiale ligneo, rivestita nelle pareti interne da un intonaco innovativo sulla cui superficie è stato applicato il ciclo pittorico.

Per la parte relativa al soffitto della camera funeraria sono state usate le fotografie scattate da Howard Carter al momento della scoperta, che mettono in evidenza le irregolarità della superficie e i danni causati dal trascorrere del tempo e non quelle eseguite dopo gli integrativi restauri di consolidamento. Questa scelta è stata fatta perchè la ricostruzione sia la fedelissima copia dell’originale così com’è stata scoperta dall’archeologo inglese nel 1922.

Alla realizzazione hanno lavorato i professori Alessandro Roccati (Università di Torino e della Sapienza di Roma), Emanuele Ciampini (Università Ca’ Foscari di Venezia), Paola Zanovello (Università degli Studi di Padova).

Il 29 ottobre, giorno dell’inaugurazione della mostra, sarà proiettata una serie di documentari dei fratelli Castiglioni, premiati nei più importanti festival del cinema etnologico e archeologico.

La tomba KV62, situata nel wadi principale della Valle dei Re, è la tomba faraonica più famosa al mondo grazie ai tesori che ha conservato per circa tremila anni.

Si entra da un’apertura nel terreno situata sotto la parte iniziale della rampa d’entrata della tomba KV9, appartenente a Ramesse VI.

Già in epoca precedente alla costruzione della KV9 i detriti avevano ricoperto l’entrata della KV62, contribuendo al suo oblio, al punto che vi vennero costruiti degli alloggiamenti per operai in epoca ramesside.

Un corridoio discendente porta a una camera rettangolare con una camera laterale.

La camera sepolcrale si apre sul lato destro (nord) della prima camera, con un piano di calpestio inferiore di un metro, mentre sul lato destro (est) della camera del sepolcro si apre un’ulteriore camera.

Le uniche pareti decorate all’interno della tomba sono quelle della camera sepolcrale con le scene di rituale dell’apertura della bocca, Imydwat, Libro dei Morti e rappresentazioni del sovrano con varie divinità.

Alcuni studiosi hanno ipotizzato che alla morte del giovane Tutankhamon, la tomba che gli era stata originariamente destinata nella parte ovest della valle (la KV23 o la KV25) non fosse pronta e che venne presa la decisione di seppellirlo nella valle principale in una tomba destinata ad Ay; secondo questa teoria Ay, che succedette al trono dopo Tutankhamon, fu poi inumato nella KV23 nella valle ovest.

Nella tomba del sovrano sono stati trovati più di cinquemila oggetti, accessori, abbigliamento, cosmetici, mobilio, elementi di giochi, oggetti per l’illuminazione, simulacri, scarabei, sigilli, sculture, oggetti funerari, mezzi di trasporto, resti vegetali, vasi, equipaggiamento militare e da caccia, la copia di alcuni di questi oggetti è visibile presso il Museo Castiglioni.

Carter e la sua squadra entrarono nella tomba dal muro che divideva la prima stanza da quella del sarcofago per rimuovere i sacrari e altri oggetti ingombranti, distruggendo parzialmente le scene sulla parete sud.

La fuliggine sul soffitto della camera sepolcrale indica che gli antichi artisti la decorarono alla luce di torce e lampade a olio, mentre una macchia rossastra e punti neri di muffa si sono diffusi sulle pareti decorate a causa dell’umidità.

Lo stato di conservazione delle pitture della KV62, così come di tante altre tombe della Valle dei Re e delle Regine, desta serie preoccupazioni per il futuro di tale inestimabile patrimonio archeologico e per evitare che vada perduta per sempre, anche la tomba di Tutankhamon seguirà il destino di altre famosissime sepolture regali, ormai chiuse al pubblico da anni per limitare al massimo i danneggiamenti causati da numerosi fattori ambientali che diventano difficilmente controllabili in caso di afflusso turistico.

Pertanto, la riproduzione, permette agli appassionati dell’Egitto di vivere un’esperienza comunque vicina all’originale.

Pubblicato su: www.labissa.com 

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