A tu per tu con Marco Brunelli, liutaio per passione e professione

La vita di Marco Brunelli è una storia controcorrente.

Nato a Rochester, Minnesota, negli Stati Uniti, il 21 maggio 1972, cresce in provincia di Lecco e consegue la laurea in ingegneria delle telecomunicazioni.

A un certo punto decide di lasciare il lavoro per dare spazio alla sua passione, la liuteria e ne fa il suo lavoro.

Nel 2010 a Cremona conosce il maestro Simeone Morassi, da cui riceve consigli e suggerimenti per innalzare la qualità dei suoi strumenti e un anno dopo una sua viola è premiata con la medaglia d’argento al concorso nazionale di liuteria di Pisogne.

Alla seconda edizione del concorso internazionale di liuteria di Reghin in Romania del 2014 conquista il 3° posto con un violino del suo laboratorio.

Oggi Brunelli è socio e membro del consiglio direttivo dell’Associazione Liutaria Italiana – Liutai professionisti (A.L.I.).

Ho avuto il piacere di porre alcune domande a Marco, protagonista di una scelta davvero coraggiosa.

– Come definirebbe Marco Brunelli? Nato a Rochester in Minnesota, cresciuto a Lecco, studi di liuteria a Cremona e finito a Pavia. Un giro un po’ largo..

Si, in effetti un giro temporalmente largo dato che mi sono convertito alla liuteria all’età di 37 anni. Il giro di una personalità abbastanza eclettica che ha impiegato un po’ di tempo per trovare la sua strada.

– Lei era, anzi è un ingegnere in telecomunicazioni, lavoro che ha svolto per dieci anni, cosa l’ha spinta non dico semplicemente a voltare pagina, ma proprio a chiudere un libro e aprirne uno nuovo?

Circa 12 anni di lavoro in una multinazionale non avevano fatto altro che confermare che, senza nulla togliere al lavoro da impiegato, questa non era l’attività e la vita in genere che faceva per me. Non riuscivo a trovare motivazioni e soddisfazioni da questo tipo di lavoro. Oltre al fatto che ore intere della mia giornata se ne andavano nei trasferimenti da casa lavoro e viceversa.

– Il mondo dei violini, la professione del liutaio quando è apparsa nella sua vita come la strada che voleva percorrere, un colpo di fulmine o una passione nata da lontano?

Si può dire che la passione sia cresciuta e maturata lentamente; già da diversi anni e nel periodo di lavoro da dipendente m’impegnavo amatorialmente nella lavorazione del legno nelle sue varie forme: scultura, ebanisteria, eccetera. Mi ero già inoltre interessato per intraprendere una possibile attività di costruzione di strumenti ad arco ma all’epoca frequentare una scuola di liuteria mi era di fatto impossibile, vivevo da solo, avevo necessità dello stipendio fisso.

E’ stato solo quando mi sono trasferito a Pavia dopo il matrimonio che ho avuto l’opportunità di frequentare una bottega e apprendere l’arte liutaria direttamente da un maestro, incanalando così la passione per la musica e per la lavorazione del legno in un’attività lavorativa.

– Lei non è un improvvisatore, ha studiato a Cremona, l’università del liutai, la patria dei migliori strumenti, tonare a studiare non più giovanissimo è stato difficile?

Non è stato affatto facile all’inizio. Ho dovuto stringere i denti: agli inizi dividermi tra il lavoro in azienda e le sere e i fine settimana in bottega, tener duro e convincermi, grazie in primis al supporto di mia moglie, che potevo farcela. Teniamo presente che con il primo violino che sono riuscito a vendere ho guadagnato una cifra davvero irrisoria, non paragonabile lontanamente a quella di un possibile stipendio mensile. Oltre a ciò, è stato un po’ come tornare sui banchi di scuola, imparare dai maestri liutai le tecniche costruttive, gli aspetti acustici, e non meno importante, il linguaggio artistico-stilistico degli strumenti ad arco.

– Ricorda il primo strumento che ha costruito, l’emozione di consegnarlo a un musicista, immagino esigente, e sentirne l’opinione?

Anche se il mio primo strumento è rimasto con me in bottega, è stato quello che ho portato presso vari musicisti professionisti per iniziare a farmi conoscere e raccogliere i primi riscontri e le prime opinioni sul mio lavoro. Poi con i primi strumenti costruiti ho girato parecchio tra conservatori, scuole di musica e musicisti professionisti per far provare loro i miei strumenti, fino a che si è poi aperto anche il canale con i commercianti esteri che apprezzano molto la liuteria italiana.

– Chi sono i suoi clienti? Attraverso quali canali promuove la sua attività?                     

Per la maggior parte i miei clienti sono commercianti esteri, prevalentemente giapponesi, in misura un po’ minore ho contatti diretti anche con musicisti.

I contatti con i potenziali clienti avvengono tramite i social media, il sito internet, ma soprattutto con le mostre di liuteria contemporanea che organizziamo con l’associazione ALI (Associazione Liutaria Italiana) di cui sono socio e membro del consiglio direttivo. Molto importanti per acquisire visibilità, soprattutto tra i commercianti, sono le partecipazioni, e auspicabilmente i buoni piazzamenti, nei concorsi internazionali di liuteria.

– Tutto nel suo laboratorio è fatto a mano, seguendo la tradizione, dai materiali ai collanti, alle vernici, tutto naturale ma un po’ d’ingegneria è entrata nel suo laboratorio?

Tutto rigorosamente fatto a mano, seguendo il metodo classico di costruzione degli strumenti ad arco, tutto curato da me stesso, dalla scelta del legno alla verniciatura dello strumento finito. Diciamo che per gli aspetti acustici quali l’analisi del suono e delle frequenze delle tavole armoniche mi servo dell’aiuto di microfoni e computer. Mi piace anche registrare il suono dei miei strumenti finiti, suonati da un musicista, per avere un metro di comparazione acustica tra di loro.

– Quali sono gli strumenti che produce e quanto tempo occorre per la loro produzione?

Costruisco gli strumenti del quartetto d’archi classico cioè violino, viola e violoncello. Per il violino e la viola impiego circa tre settimane, esclusa la verniciatura. Per il violoncello i tempi sono sensibilmente più lunghi arrivando anche a quasi due mesi per lo strumento in bianco.

– E i prezzi?

I prezzi medi si aggirano intorno ai € 6000 per i violini e intorno ai € 14.000 per i violoncelli.

– Oltre a costruirli, lei si occupa anche del restauro di strumenti antichi? Se sì, come si approccia a “toccare” questi preziosissimi oggetti?

Oltre alla costruzione mi occupo anche di riparazioni, ma non di vero e proprio restauro su strumenti antichi, per questo ci sono liutai specializzati in quanto strumenti più antichi di una certa età sono considerati al pari di opere d’arte.

– Quando lei termina uno strumento, lo prova personalmente o il primo ascolto è del cliente?

Terminato uno strumento io lo provo superficialmente eseguendo qualche nota per verificare che non ci siano problemi nella messa a punto che vadano corretti; poi per una prova più esaustiva ho qualche amico e musicista di fiducia che si presta volentieri a provare i miei strumenti appena terminati.

– La soddisfazione più grande fino ad ora?

Direi le soddisfazioni più grandi: i piazzamenti ai concorsi internazionali e l’essere contattato direttamente da clienti che richiedono i tuoi strumenti. Tra i concorsi la più grande soddisfazione è stata quella di un buon piazzamento con violino e violoncello all’edizione 2015 del Concorso Triennale Internazionale degli strumenti ad Arco Antonio Stradivari.

– Nel suo futuro cosa vede?

Semplicemente una qualità stilistica e nondimeno acustica sempre più alta per i miei strumenti.

Pubblicato su: www.labissa.com 

Lascia un commento