Desenzano del Garda

Desenzano del Garda è uno scrigno ricco di tesori da scoprire nella zona sud occidentale dell’anfiteatro morenico del lago di Garda.

Una serie di ritrovamenti risalenti all’Età del Bronzo (2000-1800 a.C.) permette di situarvi i primi insediamenti della Cultura di Polada, diffusa in gran parte del settentrione.

Il nome deriva proprio dalla località di Polada, situata nel territorio del comune di Lonato del Garda, dove a partire dal 1870, si ebbero i primi ritrovamenti attribuiti a questa cultura in seguito a lavori di bonifica in una torbiera. Altre stazioni importanti si ritrovano in tutta l’area che va tra Mantova e l’alto Lago di Garda.

Tra il I e il II secolo d. C, le rive del Garda furono la residenza estiva di molti benestanti come dimostra la villa individuata a Desenzano nel 1921 dove si trovava l’antica via Emilia che collegava Brescia a Verona.

Durante il periodo longobardo Desenzano era parte di un distretto che andava dalle sponde del basso lago sino alle campagne del mantovano, poi finì sotto la giurisdizione civile di Brescia nel 1192, e nel 1220 divenne feudo della famiglia Confalonieri.

Dal 1426, col dominio di Venezia, la città divenne un importante centro commerciale, soprattutto grazie al suo mercato del grano, e culturale, infatti, si tenevano pubblici insegnamenti e nel Cinquecento si costituì un’Accademia.

Dal 1512 al 1516 si susseguirono i saccheggi da parte di truppe tedesche, oltre alla peste del 1567.

Con la rivoluzione giacobina del 1797 Desenzano fu la sede del Dipartimento del Benaco e sotto il Regno Lombardo – Veneto venne elevato a comune di prima classe e nel 1816 e 1821 fu visitato dall’Imperatore austriaco Francesco I.

A pochi chilometri da Desenzano, nel paese di Castiglione delle Stiviere, si svolse nel 1859 la battaglia di San Martino e Solferino che vide per la prima volta in azione la Croce Rossa per opera di Henri Dunant.

Nella prima e seconda guerra mondiale Desenzano fu al centro di violenti bombardamenti, che nell’ultimo conflitto distrussero il viadotto ferroviario del 1852.

Entrando dalla porta orientale dell’antico borgo, in quello che era il chiostro di Santa Maria de Senioribus, si trova il Museo archeologico, intitolato a Giovanni Rambotti, studioso cui si deve la scoperta dell’insediamento preistorico della cultura di Polada, un viaggio dalla preistoria fino alla fine della dominazione longobarda.

Proseguendo per il lungolago verso la parte occidentale del centro storico, in prossimità del lago, si trova il complesso archeologico della Villa romana, che ebbe più epoche costruttive, tra la fine dell’età repubblicana (I secolo a.C.) e la fine dell’età imperiale (V secolo d.C.), si estende per circa un ettaro e rappresenta la più importante testimonianza in Italia settentrionale di un grande villa tardoantica romana.

Con le invasioni di popolazioni germaniche e orientali, allo scopo di far fronte ai saccheggi e alle devastazioni, fu costruito intorno al X secolo il Castello, sulla cima della collina che domina il porto, dove c’era un castrum romano di forma quadrangolare, con all’interno un vero e proprio borgo con le sue strade, la piazza, la torre campanaria, e la chiesa dedicata a Sant’Ambrogio, di cui oggi resta il solo recinto fortificato e un fabbricato a uso di caserma militare realizzato nel 1883.

Scendendo lungo la via Castello si arriva alla piazza centrale di Desenzano, Piazza Malvezzi, dove per secoli si svolgeva prima ogni lunedì poi ogni martedì quello che era il più importante mercato di grani della Lombardia, sotto il più stretto controllo delle autorità venete.

Legato alla piazza era il porto vecchio, realizzato sul finire del XV secolo grazie al riporto di enormi masse di roccia e sassi, rifatto e ampliato dal doge Andrea Gritti nella prima metà del XVI secolo.

A sud del porto, a metà circa dei portici, si trova l’incompiuto Palazzo del Provveditore, prospiciente la piazza principale, a lato dell’inizio di via Castello, che non venne mai finito a causa dell’aspro contrasto sorto tra Desenzano, Rivoltella, Padenghe, Pozzolengo e Bedizzole con  Salò, dove risiedeva il Provveditore veneto inviato ogni sedici mesi da Venezia.

Sempre nella seconda metà del XVI secolo fu edificato il granarolo, un ampio porticato che circonda su due lati una serie di fondachi prospicienti il porto e al cui piano superiore avrebbe dovuto trovare posto la Casa del Comune, oggi diventato il Palazzo del Turismo.

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