FERRARI REX: Enzo Ferrari rivive ad Abbiategrasso

Nessuno ci crederà, ma la mia prima parola è stata Niki Lauda. L’ho detta molto tardi, avevo quasi tre anni, ma tra lo stupore di tutti, un giorno di settembre giocando con una piccola auto rossa, con molta naturalezza dissi “ questa è di Niki Lauda”.

Con una tale premessa, il mio amore per la Ferrari non poteva che aumentare, far parte della mia vita, attraversarla e accompagnarla.

Ricordo la prima volta a Monza, le prove libere, il suono, la musica del motore, l’entusiasmo. Allora, senza la folla della gara, era permesso anche girare, ricordo Mika Hakkinen che proprio quel giorno, ebbe una piccola uscita di strada e scese sorridente, per nulla seccato dai tifosi che si affollavano ai bordi del rettilineo, salutando tutti con cortesia.

Ricordo anche di aver visto parte della leggendaria Parabolica, di aver immaginato le prime avventurose gare ed Enzo Ferrari a guardare, a gustarsi la sua creatura più bella.

Domenica pomeriggio, sotto un cielo bigio, sono andata ad Abbiategrasso, la mia seconda città del cuore, per ascoltare la presentazione di Ferrari Rex, la biografia che Luca Dal Monte ha dedicato a uno dei miti dell’automobilismo, Enzo Ferrari, il Drake.

Al Castello, la Scuderia Ferrari Club di Abbiategrasso aveva schierato alcune delle Ferrari più belle, all’ombra delle bandiere con il cavallino rampante, per creare una scenografia degna a questa giornata.

Il contrasto tra la bellezza antica del Castello e il rosso delle meravigliose Ferrari era perfetto.

La sala era già molto affollata, ma ho avuto la possibilità di incontrare Luca Dal Monte, che con molto disponibilità mi ha scritto una dedica sul libro che avevo acquistato a settembre, e anche concesso qualche minuto per parlargli del mio blog e delle mie aspirazioni come giornalista online.

Poi per un paio d’ore sono rimasta seduta nella sala a sentire la presentazione, i racconti e le domande, affascinata da un mondo “rosso Ferrari”.

Luca Dal Monte, nato nel 1963, ha scritto Ferrari Rex, una biografia completa e precisa, ma Luca è molto di più di questo, infatti è stato uomo Ferrari per 4 anni negli Stati Uniti, ha lavorato per la Maserati e ha scritto il saggio “La rossa e le altre” sulla storia di cinquant’anni di Formula Uno, “Il tedesco volante e la leggenda Ferrari” sul cavallino rampante e il romanzo “La scuderia”.  Ha avuto la possibilità, vivendo a Modena per quattro anni, di incontrare, intervistare molte persone che avevano non solo conosciuto Ferrari imprenditore, ma Ferrari uomo, di rivivere i luoghi, di respirare la stessa aria.

Non è stata la solita presentazione di un libro quella di Dal Monte, i suoi interlocutori erano i soci del Ferrari Club di Abbiategrasso, con un gruppo di giornalisti locali e nazionali, che per due ore hanno quasi cercato di metterlo in difficoltà, senza però riuscirci. Parlare a una platea di appassionati della Rossa non è facile, le domande erano molto specifiche e precise.

Il libro vuole delineare il Ferrari uomo, i suoi rapporti con le persone, più che fare un elenco delle sue numerose vittorie. La sua vita, segnata profondamente dalla perdita del figlio Dino, dalla morte di alcuni tra i suoi piloti, dalla necessità di cedere a un certo punto parte dell’Azienda alla Fiat, è veramente qualcosa di appassionante, quasi un romanzo.

Luca dal Monte ha cercato, attraverso un lungo lavoro d’interviste, di ricerca meticolosa, di non scrivere cose riportate, ma di andare alla fonte, parlando con coloro che avevano diviso molti o anche solo alcuni momenti della vita di Ferrari.

Non voleva svelare segreti o trovare verità inconfessate, semplicemente scrivere com’era Enzo Ferrari, oltre la figura pubblica quasi burbera, dura, di uomo tutto d’un pezzo, bensì il marito, il padre, l’amico, il datore di lavoro comprensivo e generoso.

Enzo Ferrari, grande appassionato di motori, fu il primo a capire che l’automobile, da semplice oggetto di desiderio per chi scopriva la mobilità, poteva essere un oggetto di lusso, se non addirittura un’opera d’arte.

Affascinato dalla tecnologia, fu coraggioso e spregiudicato, senza mai rinunciare al pragmatismo, ad esempio quando capi che come pilota, non riusciva a esprimere tutto il suo potenziale, si mise in gioco come responsabile di una Scuderia, quindi come imprenditore.

Non era un ingegnere, un tecnico, un manager o un esperto di finanza, ma si definiva un agitatore di uomini e, con lo scopo di aumentare la produttività, a volte metteva i suoi dipendenti in competizione.

Alla festa per il suo 90° compleanno nel 1988, pochi mesi prima della sua scomparsa, festeggiato con i dipendenti, disse di avere ancora tanti progetti, tra cui una monoposto per la 500 miglia di Indianapolis.

A chi gli chiedeva quale modello di Ferrari preferisse, il Drake diceva che sarebbe stato il prossimo e, se gli domandavano qual era la vittoria più bella, lui rispondeva che doveva ancora arrivare.

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